Strappare Lungo I Bordi: il gioiello animato Netflix firmato Zerocalcare. La recensione (2024)

Strappare Lungo i Bordi è una serie animata Netflix per adulti: i 6 episodi, diretti da Zerocalcare, sono disponibili sulla piattaforma dal 17 novembre 2021.

Pesante come un macigno, leggero come un filo d’erba.

Dolce come un sorriso, straziante come la morte.

Strappare Lungo I Bordi è la conquista definitiva da parte dell’immaginario di Zerocalcare dell’audiovisivo: c’erano già stati La Profezia Dell’Armadillo, film in live action fuori sincrono ispirato alla prima graphic novel di Michele Rech, e ancora dei corti(ssimi) durante un programma su una rete generalista in tv, gradevoli ma fin troppo brevi per avere un respiro proprio.

Strappare Lungo I Bordi è invece proprio Zero trasposto per immagini: non che poi ci volesse tanto, solo l’intuito, l’intelligenza e l’abilità di far scivolare lentamente la pagina disegnata sull’animazione, tenendo ben fermo il senso della letteratura dell’autore, la sua ispirazione, le sue ossessioni, il suo universo. Fino a far diventare la produzione una delle opere migliori dell’intero catalogo Netflix, vero e proprio oggetto di culto assieme a Stranger Things, Squid Game e La Casa Di Carta.

Ma il mondo di Zero è così forte, personale e colmo di sottotesti, fluviale come la sua prosa e le mille ramificazioni delle sue trame, che non poteva essere lui l’autore della serie animata tratta (anche se non è dichiarato) proprio dal suo esordio in libreria, quella Profezia Dell’Armadillo dove la trama principale parla in maniera cristallina e impudica della difficoltà di accettare la morte per una generazione perennemente inadeguata, a cui non basta una consonante per definirsi e definire il proprio smarrimento.

Strappare Lungo I Bordi: il gioiello animato Netflix firmato Zerocalcare. La recensione (1)

La serie evento targata Netflix sa perfettamente riprodurre quello spaesamento che ritroviamo nelle opere di Zero: pagine e pagine di dialoghi interiori, introflessi ed estroflessi grazie alla presenza della voce intima dell’Armadillo (doppiato da Valerio Mastandrea, mentre tutti gli altri personaggi hanno la voce dello stesso Zero), che altro non è che la coscienza di Zero.

Poi una macrotrama dentro la quale racchiudere infinite digressioni, ora agrodolci, ora irresistibilmente comiche, poi disperatamente tragiche; inseguendo quella incertezza sulla strada da prendere, l’incapacità di relazionarsi con il prossimo, la paura di sentirsi feriti, contrastare tutte quelle aspettative che una società che ragiona in maniera binaria ha nei confronti dei ragazzi a cui la stessa società non fornisce però gli strumenti per affrontarne gli ostacoli.

Dall’infanzia ai giorni nostri, dalla cresta punk alla stempiatura incipiente, dal G8 di Genova alle scuole elementari e poi di nuovo avanti fino alla professione: la storia di Strappare Lungo I Bordi segue le ellissi narrative del protagonista, immerse in un mondo fatto di ricordi e riflessioni capaci di lasciare commossi fino alle lacrime o in lacrime di risate.

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Un protagonista più vero del reale, sicuro che bastava seguire “la linea tratteggiata di ciò a cui eravamo destinati e tutto avrebbe preso la forma che doveva avere”, salvo poi accorgersi con orrore che il risultato sono solo “forme frastagliate”.

La serie ha dialoghi brillanti che sorreggono i -troppo brevi!- 15 minuti di ogni episodio, sintetizzando con acume un sentire e situazioni comuni di banalissima quotidianità, riuscendo a trasformarli in filosofia con pensieri acutissimi e profondi.

Ma la cosa migliore probabilmente è la sua capacità di stare perfettamente in bilico tra leggerezza e profondità, di non ergersi mai su una cattedra mostrando improvvisamente il lato da cattivo maestro, di intontire lo spettatore con frasi velocissime in gergo strettissimo che illustrano con dovizia le deliranti gag partorite dal genio di Rech, rimbalzando tra mille frammenti di racconto che alla fine, miracolosamente, si uniscono come i puntini numerati per dar forma a un affresco incredibilmente reale, attuale, doloroso, quasi necessario.

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A voler fare un paragone con lo Zero disegnato, la serie non può che uscirne vincente: anzi, a stravincere è proprio il suo autore, e confrontando il libro d’origine (La Profezia) con questi sei episodi su Netflix, non si può fare a meno di notare come il suo tratto sia diventato ancora più essenziale, i suoi dialoghi ancora più sottili, la sua maturazione ancora più convincente.

E nonostante la comunicazione di Strappare Lungo I Bordi dimostri come il personaggio non abbia ormai bisogno neanche di citare il suo stesso nome (diverse immagini pubblicitarie non portano il nome Zerocalcare) essendo diventato un oggetto di culto mainstream, la serie è un prodotto altamente autoriale, dall’animazione ai testi fino al metatesto. Mettendo in chiaro come Michele Rech sia oggi l’emblema stesso della cultura pop: rivolto a tutti, ma così pieno di sottotesti da nascondere la sua complessità dietro l’apparente trasparenza.

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Author: Terrell Hackett

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